
Tendinopatia Calcifica
La tendinopatia calcifica è una patologia dolorosa della spalla caratterizzata dalla presenza di depositi di sali di calcio all’interno dei tendini della cuffia dei rotatori. Il tendine più colpito è il sovraspinoso, seguito dal sottospinoso e il sottoscapolare, coinvolgendo a volte il capo lungo del bicipite. All’inizio “l’ascesso” calcifico è profondo e calcareo, cioè duro, per poi maturare progressivamente fino a divenire più superficiale e molle.
Soggetti più a rischio di tendinopatia calcifica
Le donne di età compresa tra 35 e 55 anni, spesso impiegate, non sportive o comunque non impegnate in lavori manuali o pesanti. Agricoltori, muratori, sportivi Overhead hanno bassa incidenza di calcificazioni. Inoltre, è stato dimostrato da studi epidemiologici che il rischio aumenta in persone con patologie tiroidee, pre-menopausa, attività lavorativa impiegatizia che comporta posizioni fisse prolungate della spalla con conseguente ipossia tendinea e successiva deposizione sali calcio.
Quali tendini sono i più colpiti da tendinopatia calcifica?
Il tendine più colpito è il sovraspinoso (51%), seguono in successione il sottospinoso , il sottoscapolare e infine il piccolo rotondo.
Come si presenta il dolore quando si ha una tendinopatia calcifica?
Il dolore nelle sue diverse forme (acuto o saltuario , notturno o duranti i movimenti ) e’ la manifestazione clinica principale della calcificazione e ne segue il “ciclo evolutivo”: ad ogni fase di questo ciclo di “maturazione della calcificazione” corrisponde un differente quadro clinico.
Quale trattamento bisogna adottare in caso di tendinopatia calcifica?
Il trattamento medico, fisioterapico o chirurgico dipende dalla fase in cui si trova la calcificazione.
Di solito, se la calcificazione è in uno stadio iniziale è possibile procedere con alcuni semplici accorgimenti, tra cui il riposo e l’applicazione di impacchi freddi.
Se gli impacchi freddi non alleviano dolore e persistono bisognerà considerare diverse opzioni, che comprendono:
- Terapia medica: Il medico può ricorrere, per esempio, alle onde d’urto ed in caso di dolore particolarmente intenso si può procedere all’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei. Altre possibilità di trattamento sono rappresentate da: ionoforesi, ultrasuoni, laserterapia e fisioterapia.
- Lavaggio eco-guidato della borsa sotto-acromiale: Il lavaggio viene eseguito in anestesia locale e correla a buoni risultati (cioè alla remissione dei sintomi).
- Asportazione della calcificazione in artroscopia: è un intervento mininvasivo, alternativo alla chirurgia della spalla tradizionale. Quest’approccio è il più accurato tra quelli elencati e consente di ripulire completamente la calcificazione dall’area interessata e di trattare anche eventuali lesioni tendinee associate.
Il Dr. Consolini è uno dei migliori specialisti in questo tipo di intervento.
Informazioni e domande frequenti
Quali sono le cause della tendinopatia calcifica?
La causa principale della tendinopatia è conosciuta come “metaplasia”. È un processo per cui le cellule dei tendini, i tenociti, sono in condizione di scarsa ossigenazione (ipossia) e si trasformano in cellule produttrici di calcio, che si deposita direttamente nel tendine.
Quali sono i sintomi?
Il sintomo principale della tendinopatia calcifica è il dolore, che aumenta durante la notte o quando si solleva il braccio nella fase formativa e calcifica. Viene percepito in corrispondenza della parte superiore del braccio (capo lungo del bicipite) e/o in corrispondenza della faccia anteriore o laterale della spalla. Nella fase maturativa il dolore è costante, indipendente da movimenti che peraltro sono fortemente limitati. La fase di svuotamento-riassorbimento è caratterizzata da dolore intenso-insopportabile, nessun movimento è consentito e spesso induce a recarsi al pronto soccorso
Come di diagnostica?
Le calcificazioni non sono tutte uguali, ma si differenziano per localizzazione, dimensione, e grado di maturazione che è il più importante ai fini del trattamento e della prognosi. Per diagnosticarla e per stabilire in che stato di progressione si trova la patologia, vengono consigliati questi esami:
● radiografia (RX): rileva la presenza e forma calcificazione e la sua densità -opacità;
● ECOGRAFIA: rileva con più precisione la localizzazione, le dimensioni, il grado di maturazione del deposito di calcio e permette una valutazione più precisa. Molto utile nel monitorare l’evoluzione.
● RMN: non è utile per valutare lo stato della calcificazione, in quanto in alcune sequenze addirittura ha lo stesso segnale del tendine normale.
Dopo quanto tempo si riprende l’attività sportiva/le attività quotidiane?
Circa sette giorni dopo lo svuotamento viene eseguito il controllo ecografico clinico. Se tutto procede senza dolore a 15-20 giorni si esegue l’infiltrazione di acido ialuronico ecoguidata sull’ex focolaio calcifico per favorire la guarigione e l’elasticizzazione del tendine. Dopo 7-8 giorni si riprende l’attività lavorativa, dopo un mese l’attività sportiva leggera, dopo due mesi tutte le attività.
Si può prevenire?
A meno che non ci siano fattori predisponenti costituzionali o ormonali, una costante attività motoria degli arti superiori e cicli di integratori specifici per i tendini due volte all’anno possono mantenere costante il grado di ossigenazione dei tendini della cuffia e ridurre la comparsa delle calcificazioni.